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Il femminiello sorrentino anche detto limone ”Ovale di Sorrento” presenta dimensioni medio-grosse, una polpa di color giallo paglierino con un succo altamente acido (che lo differenzia dal moderatamente acido succo del limone amalfitano) ed è ricco di vitamina C.
La buccia è di medio spessore ed è molto profumata per la ricca presenza in oli essenziali ed è di colore giallo citrino.
La coltivazione del limone
La parola limone ha etimologia incerta, ma con tutta probabilità deriva dal cinese o dall’arabo. In queste lingue, infatti, sono presenti termini molto simili e d’altra parte è del tutto probabile che la pianta stessa abbia origini orientali.
L’albero del limone ha una forma irregolare e folta e può raggiungere i 6 metri di altezza anche se, in coltivazione, in genere misura sui 3. Il fogliame è persistente e lucente, (dai 6 agli 11 cm di lunghezza) più grande e largo di quello dell’arancio e di un verde più chiaro. Le foglie sono dotate di piccole ghiandole piene di olio essenziale. Se vengono sfregate, infatti, liberano un gradevole profumo. I rami possono essere più o meno spinosi e i fiori, che vanno dal bianco al rosato, sono molto profumati. Normalmente dopo la fioritura cadono moltissime corolle: normalmente solo l’1% dei fiori sviluppa poi un frutto. Questi hanno forma che va dal rotondo all’oblungo con una protuberanza alle due estremità. La buccia può essere più o meno spessa e anch’essa dotata di ghiandole piene di olio essenziale, Perché il frutto risulti maturo bisogna aspettare circa un anno.
La particolarità di questo albero risiede nella sua caratteristica di fruttificare più volte all’anno, soprattutto alcune varietà denominate “quattro stagioni”.
Per la coltivazione casalinga (specie nelle zone del Centro-Nord) viene consigliato in particolare la cutivar “Meyer” caratterizzato dalla spiccata rusticità (può resistere anche a -9°C, specie se non innestato). La temperatura minima tollerata invece normalmente è al massimo -6°C, che devono essere mantenuti per poco tempo per non arrecare danni.
Esposizione e clima
Quasi tutta la produzione mondiale di limoni avviene tra il 40° parallelo Nord e Sud, quindi in zone piuttosto calde. Le ibridazioni e l’acclimatamento hanno però permesso l’inserimento di questo albero anche nelle aree temperate e così è diventato piuttosto comune in tutto il bacino del Mediterraneo, specie lungo le coste o sui laghi. Si trovano particolarmente bene dove vi siano inverni particolarmente miti ed estati molto calde e secche.
In Italia la coltivazione in piena terra è comune sulla Riviera Ligure, sul Lago Maggiore e sul Lago di Garda nonché in tutto il Centro-Sud.
L’allevamento resta comunque possibile altrove se vengono inseriti in grandi contenitori da proteggere in serra fredda durante l’inverno. Non si deve comunque mai scendere sotto i -5°C se non si vuole che vengano danneggiati seriamente i tessuti più profondi.
Chiaramente l’esposizione che prediligono, in tutte le stagioni, è il pieno sole.
Messa a dimora e terreno
Di solito si procede in primavera in maniera che l’albero abbia il tempo di superare il trauma e radicare bene prima dell’arrivo della stagione fredda.
Il limone apprezza in maniera particolare un suolo ricco e profondo, ma che sia anche aerato. Sono da preferire quelli moderatamente sabbiosi o alleggeriti da pietre laviche come la pomice.
Rifugge invece i suoli argillosi e troppo compatti che andranno invece alleggeriti.
Ad ogni modo la composizione ideale del suolo è: 10% di argilla, 20% di limo, 20% di sabbia fine e 50% di sabbia grossolana.
Bisogna sempre prestare la massima attenzione al momento della messa a dimora al fine di non interrare il punto di innesto. Questo a contatto con il suolo potrebbe sviluppare dei marciumi.
In vaso: in commercio si possono trovare dei composti appositi per agrumi. Se non si vuole usufruirne si può preparare un composto come sopra indicato. Molto importante è creare sul fondo uno strato drenante spesso con ghiaia, argilla espansa o pomice. I fori di scolo dovranno rimanere sempre liberi e quindi copriamoli con dei cocci rovesciati prima di procedere con gli altri materiali.
Cerchiamo da subito di scegliere un contenitore piuttosto grande. Eviteremo così di dover rinvasare troppo frequentemente. Inoltre la grande quantità di terriccio protegge le radici da gelate improvvise.
Irrigazioni
I limoni devono essere irrigati con continuità dalla primavera all’autunno. Se i nostri interventi fossero solo sporadici si potrebbe correre il rischio che la pianta entri in dormienza con conseguenti danni per il raccolto invernale.
Nei primi anni dalla messa a dimora in piena terra l’ideale è lasciare una depressione nel terreno intorno al tronco. In questa maniera l’acqua dell’irrigazione non scorrerà via e saremo sicuri che arrivi fino alle radici.
Alcuni portainnesti reagiscono male alla presenza di cloro nell’acqua. In quel caso sarà bene utilizzare solo acqua piovana o, per lo meno, lasciar riposare qualche ora il liquido in maniera che quell’elemento possa evaporare.
Concimazione
Se coltiviamo un limone in piena terra dovremo impegnarci a distribuire un prodotto con alto tenore di azoto e buon tenore in potassio e fosforo nei mesi di marzo, giugno e settembre. Il primo aiuta la crescita, gli altri daranno maggiore profumo e sapore ai frutti. I granuli vanno distribuiti in cerchio nell’area occupata dall’esterno della chioma. In commercio si trovano prodotti appositamente studiati per gli agrumi.
Per i soggetti in contenitore è meglio distribuire un concime molto azotato solo una volta all’anno, in primavera, coadiuvato da granuli a base di fosforo e potassio.
Potremo poi una volta al mese dare una piccola quantità di fertilizzante granulare a lenta cessione, equilibrato, da marzo ad ottobre. Ad ogni modo per il vaso si può liberamente scegliere tra prodotti in granuli o liquidi. Sono anche ottimi per tutti gli agrumi i lupini macinati.
Rinvaso
Il rinvaso va effettuato, in primavera, quando si vedano delle radici spuntare dai fori di scolo. È importante scegliere un contenitore non eccessivamente più grande (al massimo una o due misure in più) di quello precedente. Il limone, infatti, tende a occupare prima tutto lo spazio a disposizione per le radici e poi cominciare a fiorire e produrre frutti.
Se si possiedono esemplari di grandi dimensioni ormai impossibili da estrarre sarà bene semplicemente aggiungere del concime e del terriccio sulla superficie (che di solito diventa mano a mano più scoperta) in maniera che con le irrigazioni venga assimilata e il livello del terreno normale.
Periodo invernale
I limoni cresciuti in contenitore devono in tutto il Centro-Nord, a parte le coste, essere ritirati in serra fredda durante l’inverno. Le temperature perché non si creino danni devono oscillare da un minimo di -4°C a 8°C. L’ambiente deve essere molto luminoso e si devono evitare le fonti di calore diretto.
Nel caso non possedessimo un locale adatto per riparare gli agrumi sarà bene coprire sia la chioma sia il vaso con un doppio strato di telo protettivo apposito. Il contenitore può anche essere coibentato con materiale isolante di vario genere. Poniamoli inoltre in una zona riparata dai venti e possibilmente accostati ad un muro caldo a Sud.
Se viviamo in un’area calda ricordiamoci che al di sopra dei 13 gradi la pianta non sarà in riposo vegetativo e quindi necessiterà di normali cure come irrigazione e fertilizzazione.
Potatura
Per effettuare le prime potature bisogna sicuramente attendere che siano passati i primi tre anni dalla messa a dimora.
Si procede alla fine dell’inverno, quando saremo sicuri che siano passate anche le ultime gelate.
Si dovranno selezionare 3 o 4 branche di uguali vigore e che vadano in direzioni differenti. Si dovrà durante tutta la stagione vegetativa continuare a tagliare in maniera da stimolare la produzione di getti secondari. Questi porteranno una grande quantità di foglie e aumenteranno di conseguenza la superficie di esposizione al sole.
Naturalmente contemporaneamente si dovrà effettuare la pulizia dell’esemplare dal legno morto, poco vigoroso o danneggiato.
Moltiplicazione del limone
Il limone può essere moltiplicato, principalmente, per seme o tramite innesto.
Seme
– Si dovranno utilizzare semi freschi, da inserire in piena terra o in piccoli vasi in serra. Nel primo caso si avrà un radicamento più vigoroso e la pianta potrà essere utilizzata anche come portainnesto.
– Le piantine raggiungono in un anno più di 30 cm di altezza. I rametti andranno cimati e le piante dovranno venir trasferite a dimora definitiva o in un contenitore da 3 litri.
Innesto
– Si deve prelevare la gemma durante il periodo di riposo e da rami vecchi almeno due anni. Si dovrà poi conservare il tutto fino a primavera, a una temperatura di circa 10 gradi.
– Verso marzo-aprile,come buone temperatura e umidità elevata, si effettuerà un’incisione a scudetto a 20 cm dal colletto del portainnesto e vi si inserirà la gemma. Si dovrà stringere con della rafia. Dopo qualche giorno si potrà aggiungere anche un po’ di mastice.
I portainnesti più utilizzati sono il Citrus aurantium e il Citrus trifoliata. Il primo ha il vantaggio di non trasmettere diverse malattie alla pianta, ma è invece sensibile all’eccesso di acqua nel terreno e a molte altre affezioni. Per contro il secondo è molto più resistente al freddo, ma sopporta poco il calcio e cloro e quindi causa spesso clorosi fogliare. È particolarmente resistente alla gommosi.
Malattie limone
I limoni sono sensibili, soprattutto quando coltivati in serra, alle cocciniglie. Controlliamo quindi periodicamente i rami e il retro delle foglie.
Un acaro specifico può causare la cascola dei frutti o la loro crescita deforme.
Gli afidi si nutrono della linfa e possono indebolire la pianta oltre ad arricciare le foglie.
Il Mal secco è una affezione fungina specifica degli agrumi . Si devono eliminare immediatamente tutti i rami colpiti e distribuire frequentemente un anticrittogamico specifico.
La gommosi viene provocata dal fungo phytophtora: per evitarla bisogna irrigare solo lo stretto necessario e evitare di mettere il punto di innesto troppo in prossimità del terreno.
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