Il Lauroceraso
Ai fiori seguono piccole bacche nere, simili a olive opache; le bacche e le foglie contengono acido cianidrico, sono quindi decisamente molto tossiche, anche se hanno sapore disgustoso, e quindi non sono per nulla invitanti per gli esseri umani o per gli animali.
La vigoria di sviluppo, la vegetazione densa e compatta e lo sviluppo abbastanza rapido ha reso questi arbusti molto diffusi come piante da siepe, soprattutto negli anni passati. In effetti, questo abuso di laurocerasi li ha resi piante talvolta poco amate, anche se si tratta di arbusti molto interessanti, soprattutto per chi ama avere un giardino a bassa manutenzione: non si ammalano spesso, tendono a non venire colpiti da parassiti, sopportano il freddo, l’umidità e il caldo, e hanno una spetto decisamente gradevole, soprattutto se coltivati come esemplari singoli, o ad alberello, e quindi possono venire ammirati nel loro intero sviluppo, e non compressi all’interno di una siepe. In commercio esistono alcune varietà molto diffuse, tra cui alcune a foglia particolarmente scura, rossastra o bruna.
Descrizione e origini
Il lauroceraso è un arbusto o piccolo albero appartenente alla famiglia delle rosaceae e al vastissimo genere dei prunus. Può raggiungere l’altezza di 10 metri e, in natura, ha una forma espansa.
Ha foglie da ellittiche ad oblunghe o obovate, lunghe fino a 20 cm e larghe 6, appuntite all’apice e in genere poco dentate. La parte superiore va dal giallognolo lucido al verde molto scuro. La parte inferiore, invece, è verde pallido.
La corteccia è grigio-marrone, liscia e i fiori sono larghi 8 mm, bianchi, a 5 petali e profumati. Sono raccolti in racemi eretti, lunghi 12 cm, all’ascella delle foglie a metà primavera. Capita che rifioriscano in autunno. I frutti sono a bacca, rotondi e larghi 1,2 cm prima verdi, poi rossi e neri a maturità. È originario dell’Asia sud-occidentale, in particolare dell’Armenia, e dell’Europa orientale. Il suo habitat di origine sono le boscaglie forestali.
In natura la pianta si dissemina grazie agli animali e in particolare grazie ai merli e agli storni i quali si nutrono dei suoi frutti espellendo i semi lontano dal luogo di origine.
Proprio per questa capacità riproduttiva in tutta Europa è diventata una pianta invasiva e in molti paesi si sta cercando di ostacolarne la diffusione.
Coltivare il lauroceraso
Questi arbusti sono molto diffusi in quanto non è necessario curarli in maniera costante e continua, una volta posti a dimora e adattatisi al luogo in cui si trovano tendono ad accontentarsi dell’acqua fornita dalle piogge, e tendono a non ammalarsi in modo eccessivo.
Prediligono posizioni soleggiate, ma sopravvivono senza problemi anche alla mezz’ombra o all’ombra completa, dove però spesso tendono a fiorire poco o per nulla; non temono il freddo, e possono sopportare temperature invernali vicine ai -10°C; temperature inferiori possono causare bruciature della vegetazione più esterna, che andrà potata a fine inverno, per stimolare lo sviluppo di nuovi germogli sani.
Prima di posizionare le giovani piante, è bene preparare una ampia buca di impianto, dove andremo a lavorare bene il terreno, arricchendolo con stallatico (o concime granulare a lenta cessione) e alleggerendolo con poca sabbia. I laurocerasi possono sopportare brevi periodi caratterizzati da ristagno idrici, ma è consigliabile evitare di lasciare il terreno costantemente inzuppato di acqua. Le annaffiature saranno abbastanza regolari, da marzo a settembre, durante il primo anno dopo l’impianto; una volta stabilizzatesi, le piante di lauroceraso tendono ad accontentarsi dell’acqua fornita dalle ,intemperie, anche se è opportuno intervenire con le annaffiature in caso di siccità prolungata, soprattutto nelle settimane più calde dell’anno.
Le potature si effettuano in genere a fine inverno, per rimuovere i rami rovinati dalle intemperie e dal gelo; successivamente è possibile ripetere la potatura, dopo la fioritura, o semplicemente quando la pianta comincia a sviluppare ramificazioni che vanno molto al di fuori della chioma originaria.
Il lauroceraso si coltiva tipicamente in piena terra, ma può venire allevato anche in vaso; a parte alcune varietà nane, particolarmente compatte, si tratta di arbusti molto vigorosi, e dalla crescita abbastanza rapida, per questo motivo è bene ricordare di provvedere ogni arbusto di una ampia quantità di terra, posizionandoli in contenitori capienti, e non in piccoli vasetti, dove potrebbero soffrire eccessivamente.
Propagare il lauroceraso
I prunus laurocerasus si propagano con facilità per talea; si prelevano in primavera inoltrata, o in estate, anche volendo dai rami risultanti da una potatura; le talee si preparano porzionando i rami in rametti lunghi circa 7-10 cm, ed asportando le foglie nella parte bassa, tagliando a metà quelle superiori.
Si immergono le talee nell’ormone radicante e quindi si inseriscono in un buon composto di coltivazione, costituito da torba, o terriccio universale, mescolati a pari quantità di sabbia, per mantenere un buon drenaggio.
I vassoi di taleaggio vanno conservati in luogo semi-ombreggiato, protetto dal vento e abbastanza fresco, annaffiando regolarmente il terreno. In genere le talee di lauroceraso hanno un buon successo, ma per avere una pianta di buone dimensioni occorre pazientare, ed attendere alcuni anni; le talee giovani si coltivano quindi in vaso per circa 2-3 anni, prima di posizionare le piante a dimora, in giardino.
Si possono propagare anche per seme, lasciando i frutti ad essiccare al sole per qualche giorno; i semi così ottenuti vanno posti in un sacchetto o in un vassoio, completamente coperti di sabbia, e quindi inseriti in frigorifero, ad imitare la stagione invernale; dopo almeno 6-8 settimane, è possibile estrarre i semi dal contenitore e seminarli in un miscuglio di torba e sabbia, che va mantenuto umido, ma non inzuppato d’acqua; difficilmente si seminano i laurocerasi, a causa della necessità di invernalizzazione, ma anche perché impiegano mesi per germinare, e quindi risulta molto più semplice propagare queste piante per talea.
Il lauroceraso in erboristeria
Le foglie ed i semi di lauroceraso contengono, oltre all’acido cianidrico, altri principi attivi, sfruttati in una serie di rimedi erboristici, ma anche nella medicina tradizionale.
Fondamentalmente si sfruttano le proprietà antispasmodiche e sedative della pianta, soprattutto per la tosse secca ed insistente. Le foglie vengono utilizzate per preparare lavaggi oculari.
Contenendo principi attivi tossici, chiaramente foglie e semi si utilizzano a freddo, e non vengono ingeriti.
Nonostante i semi risultino tossici, i frutti, ovvero la polpa attorno ad essi, è commestibile, anche se ha un sapore particolare, non a tutti gradito. Questi frutti possono venire consumati freschi, o possono venire utilizzati per preparare marmellate.
Al giorno d’oggi, vista la grande disponibilità di frutta proveniente anche da zone molto lontane, questo tipo di frutti non viene per nulla apprezzato, ma un tempo le bacche del lauroceraso rappresentavano la sola fonte di vitamine per molte popolazioni. I frutti non perfettamente maturi hanno un sapore molto astringente; spesso le sostanze nocive sono presenti anche nella polpa dei frutti, che in tal caso però risultano molto amari, e quindi no vengono consumati.
Le sostanze tossiche contenute nei semi e nelle foglie vengono comunque sfruttate, prima di tutto perché, in piccole quantità, sembra diano buoni risultati contro l’asma, migliorano la digestione e la respirazione; inoltre, dalle foglie è possibile estrarre un aroma utilizzato nell’industria come sostituto del sapore di mandorle amare.
Rusticità
Si tratta di un arbusto resistente al freddo. Viene coltivato agevolmente dal livello del mare fino agli 800 metri, anche se l’altitudine ideale sono i 300 metri.
Di solito il laurocerasus non subisce danni durante l’inverno e sopporta bene fino a -20°C. Al di sotto di questa temperatura le foglie e alcuni rami si possono seccare. In quel caso è bene procedere in primavera con una potatura piuttosto drastica in maniera che la pianta sia stimolata a produrre nuovi getti.
Se viviamo in una regione particolarmente rigida può essere una buona idea proteggere il piede delle piante con foglie, rami, paglia e stallatico maturo. È un ottimo metodo per proteggere le parti vitali dalle quali, nel caso si presenti una defogliazione totale, possiamo sperare nascano nuovi getti.
Questo trattamento è inoltre fortemente consigliato nel caso di piante appena impiantate o molto giovani. È possibile procedere creando delle piccole montagnole di terra attorno al piede della pianta e coprirle poi ulteriormente con altro materiale di sfascio.
Il lauroceraso è anche piuttosto resistente al caldo. Difficilmente ne viene danneggiato. Possono solo comparire delle scottature nel caso sia esposto in pieno sole nelle regioni meridionali. In quel caso valutiamo bene prima dell’impianto se sia il caso di porlo in una posizione più riparata.
Esposizione
Il lauroceraso sopporta bene quasi tutte le esposizioni. Quella ideale è a mezz’ombra, ma vive bene anche in pieno sole o in un’ombra luminosa.
Chiaramente valutiamo anche bene la nostra zona pedoclimatica. Se siamo in ambiente montano è meglio dare un’esposizione più luminosa, se ci troviamo invece in zone particolarmente calde ombreggiamo maggiormente.
Terreno
Predilige un terreno profondo, umido e possibilmente leggermente acido. Sono quindi da evitare i suoli calcarei o comunque troppo compatti e argillosi. Trattandosi di una pianta proveniente da habitat boschivi vuole un terreno composto in prevalenza da terra di foglie e con molto humus.
Come per tutte le piante durante la messa a dimora è sempre bene predisporre sul fondo della buca un buon strato drenante composto da ghiaia e eventualmente cocci. In questa maniera eviteremo i ristagni idrici che possono essere causa di marciumi radicali e affezioni soprattutto alle foglie più basse.
Irrigazione
I laurocerasus necessitano di un suolo sempre fresco, ma non zuppo d’acqua. Le piante adulte in piena terra raramente necessitano dell’intervento dell’uomo in normali condizioni climatiche. Se si dovesse verificare un’annata particolarmente avara di piogge o se viviamo nel Centro-Sud, durante l’estate, possiamo intervenire con abbondanti irrigazioni ogni 15 giorni.
Come abbiamo precisato il lauroceraso gradisce particolarmente i suoli subacidi. Cerchiamo quindi, per quanto possibile, di evitare di irrigare con acqua molto dura, cioè ricca di calcio. Questo alla lunga potrebbe alterare il pH del suolo e causare la comparsa di clorosi fogliare.
Concimazione
Per avere sempre piante sane e vigorose è buona norma procedere una volta all’anno con una concimazione a base di stallatico pellettato o sfarinato o altro ammendante naturale. Il periodo migliore per spargerlo è l’autunno. Va coperto il piede della pianta e la zona circostante, senza però toccare il tronco. Durante l’inverno il prodotto verrà sciolto dalla pioggia e dalla neve e comincerà ad infiltrarsi nel terreno. Con l’arrivo della bella stagione potremo inglobare il materiale rimanente sulla superficie con una leggera zappettatura.
Se vogliamo possiamo aggiungere poco concime granulare per piante verdi. Evitiamo però prodotti con un tenore troppo alto in azoto perché potrebbero causare un eccessivo vigore nella pianta e conseguentemente la comparsa di insetti o di patogeni di origine crittogamica.
Messa a dimora
Il periodo ideale per la messa a dimora in quasi tutta l’Italia è l’autunno. È invece preferibile procedere in primavera nelle zone in cui gli inverni siano davvero molto rigidi e si raggiungano i -20°C.
Procediamo sempre in una giornata asciutta e quando le temperature notturne non abbiamo raggiunto lo zero termico.
La buca per l’impianto deve misurare dagli 80 ai 100 cm di diametro e di profondità. Se vogliamo realizzare una siepe la distanza ideale tra gli esemplari va da 100 a 120 cm. È comunque preferibile lasciare più spazio: è vero che la siepe impiegherà più tempo a raggiungere un aspetto compatto, ma avremo meno competizione radicale e vi saranno in seguito meno problemi causati dalla vegetazione troppo fitta.
Sul fondo della buca bisogna creare uno strato drenante con ghiaia o cocci. È sempre bene poi inserirvi una buona quantità di ammendante organico quale stallatico pellettato, farina di ossa o cornunghia. Sarà un nutrimento di facile accesso per la nostra pianta. Dopo aver inserito uno strato di terriccio isolante per le radici potremo inserire le piante in maniera che il colletto arrivi leggermente sotto il livello del suolo. Copriamo creando un cono di terra sul tronco, compattiamo bene e irrighiamo abbondantemente.
Potatura
Se i nostri laurocerasi formano una siepe la potatura andrà effettuata due volte all’anno, di preferenza all’inizio di giugno e alla fine di settembre. Naturalmente se la crescita è molto vigorosa si può intervenire anche altre volte, ma teniamo presente che se tagliamo alla fine dell’inverno non avremo poi la fioritura primaverile. Nei primi anni dall’impianto le potature dovranno essere frequenti per incentivare la ramificazione e rendere compatta e uniforme la nostra barriera vegetale.
Propagazione
Il modo più veloce per riprodurre il lauroceraso è la talea. Si deve procedere durante l’estate prelevando delle porzioni di ramo da 15-20 cm, parzialmente lignificate. Vanno spolverate con prodotti ormonici e inserite in vasetti con un composto molto leggero di torba e sabbia o agriperlite e tenute umide e riparate dalla correnti. Di solito radicano nel giro di un mese, ma potranno poi essere spostate in vasi più grandi solo nella primavera successiva.
Parassiti e avversità
Il nemico più importante è l’oidio perforante: si sviluppa sulle foglie giovani durante la primavera e progressivamente le copre con una patina bianca. In seguito le foglie necrotizzano e di conseguenza si formano dei tagli e delle perforazioni. Le foglie adulte raramente sono attaccate da questo fungo. Per prevenirlo è importante prima di tutto tagliare e bruciare tutte le parti affette e, in primavera, in caso di forte escursione termica e con umidità atmosferica, caldo e piogge procedere spesso con lo spargimento di zolfo bagnabile o appositi prodotti antioidici. In caso di comparsa si procedere con un’attenta pulizia e la distribuzione di anticrittogamici curativi ed eradicanti, anche sul terreno circostante.
Per il resto possiamo dire che il lauroceraso è piuttosto resistente. Può venire attaccato però da insetti come gli afidi e l’oziorinco. Nel primo caso, se l’affezione è grave e le foglie si stanno riempiendo di melata e fumaggine è bene distribuire un insetticida specifico e poi lavare le foglie con acqua e sapone.
L’oziorrinco colpisce le foglie mangiandone i margini e danneggiando l’estetica della pianta. Danneggiano inoltre anche l’apparato radicale. È importante utilizzare insetticidi che agiscano sulle larve presenti nel terreno.
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