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Geranio Edera

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Geranio edera

L’equivoco sul loro nome è nato in Europa; qui sono stati portati dai colonialisti inglesi all’inizio dell’Ottocento e furono scambiati, a causa della loro somiglianza, con le specie di piante del Geranium che invece da noi all’epoca era molto diffuso. I pelargoni si possono dividere in cinque grandi gruppi, distinti in base alle loro caratteristiche principali: si parla di zonali, zonali nani e miniatura, regali, edera e a foglia profumata.Il nome botanico del geranio edera è Pelargonium haederifolium o peltatum, in altre parole “che si allunga”: infatti i suoi rami ricadenti possono arrivare anche alla lunghezza di due metri. Per la somiglianza fra le sue foglie e quelle dell’edera, ha ricevuto questo nome comune. Si tratta di foglie lucide, piuttosto carnose, leggermente arricciate ai bordi. I fiori possono essere semplici, semidoppi o doppi. Fra i cultivar con il primo tipo di fiore ricordiamo il Balcon Imperial e Decora Imperial, il Balcon Noa e il Balcon Lilla. Fra quelle con i semidoppi si trovano il Boneta, il Bella donna rosa. Se cercate una varietà particolarmente resistente alla pioggia, preferite una a fiore semplice, che darà un’ottima resa anche per il numero di fiori a stagione. Le varietà a fiore doppio sono più appariscenti ma generalmente la quantità e la frequenza dei fiori prodotti è inferiore. Per quanto riguarda la colorazione dei petali, non avrete che l’imbarazzo della scelta: bianchi, rosa, rossi, lilla. Alcune varietà recenti presentano fiori con screziature di due colori.

Tutti conoscono i meravigliosi balconi fioriti di pelargoni delle baite alpine: con qualche accorgimento mirato soprattutto alla cura del fiore e al mantenimento della loro temperatura ideale, anche nelle città dal clima temperato si possono ottenere risultati entusiasmanti.

coltivazione geranio edera

Ci apprestiamo ora a darvi le indicazioni fondamentali per la loro coltivazione; vi ricordiamo che stiamo parlando di una pianta tipicamente da esterno, anche se, con qualche particolare attenzione in più rispetto a temperatura ed esposizione, non è impossibile mantenerla in appartamento.

I pelargoni si coltivano in tutti i tipi di terriccio purché sia ben drenato; quello ideale mescola in parti uguali terra da giardino, argilla e torba, ed è importante che sia soprattutto fresco e ben irrigato. Questo non significa, però, che si debba procedere con innaffiature sconsiderate: sono piante che hanno bisogno di molta acqua solo quando sono in fiore, comunque non più di una volta al giorno in pieno caldo.

Una volta la settimana il geranio edera va concimato con un prodotto ad alta percentuale di potassio; questo deve accadere per tutta l’estate.

Il pelargonio, al contrario di quanto si sarebbe portati a pensare, sopporta molto bene le alte temperature mentre teme il freddo: d’inverno il suo ambiente ottimale è a quindici gradi. Per questo motivo, prendete in considerazione l’opportunità di portare i vasi all’interno in un locale dove possano svernare. Solo se il clima della vostra regione lo permette, potete lasciarli sul balcone; approntate però uno spazio accanto ad un muro, riparato dalle correnti fredde e prevedete di ricoprirli con una plastica trasparente. Tenete comunque presente che, fra tutti i pelargoni, proprio il gruppo edera è quello che sopporta meglio i climi rigidi, anche se una gelata lo stroncherebbe.

Gerani edera in inverno

La preparazione allo svernamento richiede qualche operazione: innanzitutto potate abbondantemente i rami, lasciando solo una lunghezza di circa dieci centimetri ed eliminando le foglie. Poi, togliete le piante dai vasi e scuotete le radici, per eliminare la terra intorno a loro. Per svernare, le piantine vanno in una cassetta con uno strato di terra di almeno quindici centimetri di altezza: mettetele ben distanziate a riposare in un luogo luminoso. Bagnate la terra pochissimo, più o meno una volta ogni dieci giorni, badando che non vi siano ristagni e che i rami e le foglie non vengano a contatto con l’acqua per evitare la formazione di marciumi; concimate ogni sei settimane. Vedrete pian piano sbucare nuovi getti e all’inizio della primavera i vostri pelargoni saranno pronti per essere rinvasati e riportati all’aperto per una nuova vigorosa fioritura, che durerà da marzo a ottobre.

A questo proposito, sappiate che, per ottenere dei bei gerani edera con rami ricchi di fiori, la scelta del vaso va fatta con attenzione: contenitori eccessivamente capienti aiutano lo sviluppo delle radici, cui farà seguito quello di rami e foglie ma non spingono la pianta a produrre fiori. Quindi le dimensioni ottimali per le balconiere sono date da vasi di 40-50 centimetri per lato, profondi almeno 25 centimetri: qui trovano posto due gerani edera. In generale, calcolate che ogni pianta ha bisogno di almeno venti centimetri di larghezza.

Scegliete un luogo ben soleggiato, anche con i raggi diretti però non per tutte le ore di pieno sole. In primavera e autunno spostate i vasi nel punto più luminoso del balcone.

Abbiate sempre l’accortezza di recidere i rami secchi e di eliminare i fiori appassiti, recidendo il loro peduncolo alla base: in questo modo la pianta non disperderà energie.

Moltiplicazione gerani edera

Se desiderate creare nuove piante, tenete conto che i pelargoni si propagano facilmente tramite talea e che ogni gruppo va trattato allo stesso modo. Potrete utilizzare i getti nuovi che si sono formati durante l’inverno oppure compiere questa operazione verso la fine dell’estate. Vanno scelti getti robusti; si tagliano sopra il terzo nodo, a partire dall’apice vegetativo. Staccate le foglie più basse. Potete invasare le talee a gruppi di quattro-cinque per un contenitore di circa quindici centimetri di diametro; la terra deve essere stata bagnata precedentemente. Lasciate le talee in un luogo luminoso e irrigatele immergendo la base del vaso in un contenitore pieno di acqua, una volta ogni dieci giorni; quando avranno messo le prime radici, trasferite ogni nuova pianta in un proprio nuovo vaso.

Geranio edera: Malattie geranio edera

Passiamo ai malanni del geranio edera. Innaffiature errate possono dare dei danni ai gerani; se le foglie ingialliscono e hanno macchie scure, è segno di scarsità d’acqua. Se invece la base del fusto è molle e mostra segni di marciume, la pianta è stata attaccata da funghi, portati dall’eccesso di umidità. I funghi si combattono con rame e zolfo.

I parassiti del pelargonio sono la cocciniglia e gli afidi, per i quali si ricorrerà agli insetticidi specifici.

Purtroppo negli ultimi anni il pelargonio è stato vittima della Licenide dei gerani (il nome scientifico è Cacyreus marshalli): si tratta di una piccola farfalla originaria dell’Africa meridionale che, colpa della globalizzazione e dei mutamenti climatici, è giunta in Europa e quindi anche nella penisola italiana, causando una strage. La farfalla depone le uova sulla pianta; le larve escono e scavano una galleria nei rametti, oppure si nutrono delle foglie, diventando adulte nel giro di un mese se la temperatura esterna è attorno ai 30 gradi. Se c’è più freddo, le fasi di crescita raddoppiano. Nell’arco di un anno, questo processo può accadere cinque-sei volte e quindi la pianta è completamente svuotata dalle larve.

Mentre nei paesi di origine la farfalla è tenuta sotto controllo da antagonisti naturali, in Italia questo non è possibile e perciò l’unico metodo di lotta è l’impiego di insetticidi, che deve ripetersi con costanza a cicli ogni 8-10 giorni. Vanno comunque eliminati tutti i rami rovinati.

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