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Generalità
Al genere fucsia appartengono circa un centinaio di specie di arbusti a foglia caduca o sempreverdi, originari dell’America centro meridionale e della Nuova Zelanda. In genere in Italia vengono coltivate le specie poco rustiche, di piccole o medi dimensioni, che vengono utilizzate come annuali o come perenni da ritirare in serra temperata durante l’inverno; esistono però molte specie rustiche, che possono essere utilizzate come arbusti da giardino, effettivamente nel nostro paese non sono molto diffuse.Questi arbusti hanno fusti molto ramificati, semilegnosi, di colore verde o rossastro, che tendono a lignificare con il passare degli anni; il fogliame è di colore verde brillante, e di forma ovale o lanceolata, le foglie possono avere margine intero o seghettato; gran parte delle specie in coltivazione sono sempreverdi. Gran parte delle specie si mantengono di dimensioni vicine ai 25-40 cm, anche se le specie rustiche possono raggiungere i 100-150 cm; in natura si sviluppano fino a 2-3 m di altezza; molte sono le differenze di dimensioni e di portamento delle diverse specie: per esempio una specie originaria della Nuova Zelanda, Fucsia excorticata, è un albero di medie dimensioni, mentre Fucsia procumbens ha portamento strisciante.
I fiori sono tra i più spettacolari ed esotici, sbocciano dalla primavera inoltrata fino all’autunno, sono penduli, formati da quattro sepali allungati, spesso riuniti a formare una lunga forma tubolare; i petali sono quattro, ma esistono moltissime varietà ibride a fiore doppio o stradoppi. Questi fiori sicuramente particolari, prendono comunemente il nome di orecchini o ballerine, proprio per la loro forma pendula; le specie botaniche hanno fiori di colore rosa o rosso, nel corso degli anni si sono però create varietà con fiori di colore vario, dal bianco all’arancio, dal lilla al blu, dal rosso al viola. Ai fiori seguono piccole bacche di forma allungata, carnose, contenenti alcuni piccoli semi fertili; le bacche di fucsia sono eduli.
Origini, descrizione e diffusione
Si tratta di una pianta originaria del Centro e Sud America, ma alcune specie provengono anche dalla Nuova Zelanda. La prima descrizione fu fatta alla fine del 1600 a Santo Domingo. Il nome Fuchsia le venne dato in onore del botanico tedesco Leonhard Fuchs. Dal nome del fiore deriva quello del colore, un rosa molto intenso. Cominciò a diffondersi ampiamente in Inghilterra dalla metà alla fine del XIX secolo. Gli inglesi se ne innamorarono subito al punto che gli ibridatori si misero immediatamente alla ricerca di nuove specie e ci si sforzò di creare nuove e coloratissime cultivar.
Divenne molto popolare anche nel resto dell’Europa e negli Stati Uniti. Ancora oggi nel Regno Unito è una delle piante più amate, utilizzatissima sui davanzali e addirittura per la creazione di aiuole, bordure e siepi. Il genere conta più o meno 100 specie. Per la maggior parte sono arbusti o piccoli alberi dal portamento eretto o decombente. Hanno fiori singoli o raccolti in racemi, ascellari. Sono composti da un tubo centrale allungato e da 4 sepali laterali dal colore, di solito, contrastante. Possono sviluppare un frutto edule simile ad una ciliegia, rosso scuro.
È molto difficile che nei nostri climi riescano a produrre semi e se si vuole ottenerli bisogna procedere all’impollinazione artificiale. Infatti sono piante che vivono in simbiosi con i colibrì e solo questi piccoli uccelli in natura sono adatti allo scopo.
Esposizione
La coltivazione delle fuchsie non è affatto semplice. Sicuramente si può essere facilitati se le condizioni pedoclimatiche della nostra zona sono adatte alle loro esigenze. Prediligono posizioni molto luminose, ma non a contatto con i raggi solari per periodi di tempo eccessivamente prolungati; possono svilupparsi al meglio anche in zone ombreggiate. La gran parte delle specie in commercio teme il freddo, quindi si coltivano in giardino solo durante la bella stagione, quindi si ripongono in serra temperata, con temperatura minima vicina ai 9-12°C.
Le specie rustiche, come Fucsia magellanica, vengono invece utilizzate come arbusti, non temono il,freddo e possono sopportare senza problemi gli inverni italiani. Gelate molto intense possono rovinare la parte aerea degli arbusti più giovani, che ricominceranno a svilupparsi nel periodo primaverile. Amano particolarmente i climi freschi, con una grande escursione termica tra il giorno e la notte. Per questo crescono bene nel Nord Italia, nell’area dei Laghi e nelle zone di mezza montagna. Solo in queste zone riescono a fiorire bene e con continuità dalla primavera all’autunno.
Altrove di solito si riesce ad avere una bella fioritura in primavera e, se riescono a superare l’arsura estiva, fioriscono bene nuovamente dalla metà di settembre a novembre. Nell’Italia settentrionale possono sopportare anche il pieno sole. Certamente sarebbe meglio dare sempre loro la mezz’ombra, specie nel pomeriggio. Dal Centro al Sud invece l’esposizione consigliata è sicuramente l’ombra, soprattutto nei mesi estivi. Ci sono moltissime varietà di fuchsie e alcune possono essere anche molto rustiche al punto da poter essere coltivate in piena terra in quasi tutto il nostro territorio (ad eccezione delle zone alpine).
Di solito sopportano bene anche fino ai -10°C . Alcuni esempi sono: Fucsia excorticata, pumila, procumbens e magellanica. In inverno perdono totalmente la parte aerea e torneranno a vegetare col ritorno della bella stagione. È bene però proteggere gli esemplari con una buona pacciamatura di paglia e foglie. Sono piante purtroppo che difficilmente si trovano sul nostro mercato perché da noi sono più diffuse le varietà da vaso che, in genere, necessitano di essere ritirate durante l’inverno visto che al massimo sopportano temperature intorno ai 5°C.
Annaffiature
Da marzo a ottobre annaffiamo con regolarità, evitando che il terreno rimanga asciutto per periodi eccessivamente lunghi. In genere temono la siccità prolungata; le specie rustiche sono in genere più resistenti alla siccità rispetto alle specie che temono il freddo. Durante il resto dell’anno possiamo evitare di annaffiare le piante, soprattutto gli esemplari lasciati all’aperto. Le piante coltivate in serra temperata, con temperature superiori ai 12-15°C, vanno annaffiate anche durante i mesi invernali, in questo modo potremo anche mantenere la pianta in fiore per tutto l’arco dell’anno. Nel periodo vegetativo forniamo dl concime per piante da fiore, ogni 15-20 giorni, mescolato all’acqua delle annaffiature.
Terreno
Prediligono terreni soffici e ricchi di materia organica, molto ben drenati; si coltivano in genere in un buon terriccio universale bilanciato, alleggerito con piccole quantità di sabbia o perlite. Non necessitano di vasi di dimensioni eccessive, ed al rinvaso si utilizzano contenitori di alcuni centimetri più grandi rispetto ai precedenti.
Di solito non sono molto esigenti. Vogliono solo che il terriccio sia molto ricco. È necessario quindi mescolarvi dell’ottimo stallatico maturo o, meglio ancora, del terriccio di foglie o humus di lombrico. Al composto si può aggiungere anche un po’ di sabbia in maniera che vi sia buon drenaggio.
Sul fondo del vaso è sempre bene che sia approntato un buon strato per il drenaggio, composto da ghiaia, cocci o argilla espansa. Le fucsie dovrebbero essere rinvasate ogni primavera perché sono piante molto vigorose, che tendono a crescere molto. La prassi è di procedere estraendo il pane di terra e spuntando le radici. Se si vuole poi stimolarne subito la ripresa vegetativa si porranno in un vaso simile al precedente, altrimenti si può inserire la pianta in un contenitore leggermente più grande, anche se ci vorrà un po’ più di tempo prima che torni a vegetare al meglio.
Moltiplicazione
Può avvenire per seme, a fine estate o in primavera; in effetti le piante ottenute da seme in genere non mantengono le caratteristiche della pianta madre, per questo motivo in estate si praticano talee semilegnose, utilizzando i fusti che non hanno prodotto fiori.
Parassiti e malattie
La coltivazione in luogo umido e scarsamente ventilato può favorire ristagni idrici, che portano spesso a malattie fungine del fogliame e dell’apparato radicale; in primavera gli afidi colpiscono i giovani germogli. Queste piante possono venire attaccate soprattutto da insetti, come afidi e aleurodidi. Bisogna quindi monitorarle attentamente e eventualmente distribuire un insetticida specifico. Se vogliamo possiamo anche agire preventivamente, se le coltiviamo in vaso, inserendo delle pastiglie direttamente nel substrato. Di solito l’effetto dura per almeno 3 mesi. Possono venire anche attaccate dagli acari (ragnetto rosso). In questo caso è importante portare la pianta in una zona in cui non sia raggiunta dalla luce diretta e aumentare l’umidità ambientale. È di capitale importanza scoprire per tempo l’infestazione e porvi rimedio velocemente perché questo parassita è molto dannoso e, purtroppo, a livello hobbistico i prodotti disponibili non sono molto efficaci (e la tolleranza ai principi attivi viene sviluppata velocemente).
Informazioni aggiuntive
Vaso | 14, Basket |
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