Evonimo
L’evonimo (detto anche fusaggine) è uno degli arbusti più diffusi nei giardini: le specie a foglia persistente sono un classico per creare belle siepi. Quelle caduche vengono apprezzate per i bei frutti autunnali.Le varietà di evonimi sono circa 170, diffuse praticamente in tutti i continenti; possono essere arbusti, piccoli alberi, piante tappezzanti e rampicanti, sia caduche, sia sempreverdi. E. fortunei è un piccolo arbusto sempreverde con foglie ovali, di colore verde; esistono numerose cultivar con foglie di varie tonalità, anche variegate; viene molto usato nelle aiuole e come bordura o piccola siepe, a crescita compatta e abbastanza lenta.
Euonymus europaeus ha foglie caduche, in autunno acquistano un colore rosso porpora; produce piccole bacche rosa, con semi arancioni, molto decorative. Euonymus japonicus ha foglie tondeggianti, spesse e cuoiose, piccolo arbusto a crescita compatta e vigorosa, esistono varietà con foglie variegate.
Euonymus alatus è un arbusto di medie dimensioni, con foglie caduche, molto decorative in autunno. Gli evonimi producono in primavera piccoli fiori di colore verdastro o porpora, a cui fanno seguito piccole bacche scure o rosate. In autunno si potano gli arbusti eliminando i rami secchi o rovinati dalle intemperie, e si accorciano di circa un quarto i rami degli arbusti da siepe, in modo da mantenerli più compatti.
Esposizione
Queste piante possono svilupparsi senza problemi in qualsiasi posizione sia soleggiata, che ombreggiata; sicuramente però è consigliabile porli a dimora in pieno sole per ottenere il migliore sviluppo possibile. L’ Euonymus non teme il freddo e può sopportare anche il caldo delle estati più torride.
In genere questi arbusti sono adatti nelle aiole cittadine o costiere, poichè, essendo una varietà piuttosto rustica e resistente, tollerano l’inquinamento e l’aria salmastra senza particolari problemi.
Anche in questo sono tolleranti: crescono bene sia al sole sia a mezz’ombra. Chiaramente le varietà caduche preferiscono una posizione più fresca al Sud e quelle sempreverdi una più luminosa e calda al Nord (specialmente le cultivar variegate).
Descrizione, classificazione ed origini
Il genere Euonymus (che appartiene alla famiglia delle Celastraceae) comprende almeno 160 specie diffuse allo stato spontaneo in tutto il mondo, ma per lo più dell’Europa e dell’Asia Sudorientale. Fare una descrizione complessiva è difficile perché si tratta di un genere molto eterogeneo. Ne fanno parte arbusti e alberi che possono andare da appena 30 cm di altezza fino a 7 metri. Le foglie variano anche molto da specie a specie: ve ne sono di opposite e di alterne, di ovali, lanceolate e dentellate. Anche i colori presenti sono molteplici: verde chiaro, scuro, giallo o rosato. Un aspetto che li rende tutti interessanti è la produzione autunnale di frutti, di solito molto vivaci e dalla forma particolare. In ambito orticolo si usano prevalentemente cultivar ottenute dall’evonimo giapponese: hanno il vantaggio di essere molto tolleranti, di crescere lentamente e di necessitare di poca manutenzione.
Annaffiature
Vi sono differenze importanti tra le varietà sempreverdi e quelle caduche. Le prime necessitano irrigazioni abbastanza frequenti solo nei primi anni dall’impianto cercando di mantenere l’area fresca, specie nei periodi caldi e siccitosi. In seguito diventeranno molto autonome.
Al contrario la fusaggine a foglia caduca è più delicata sotto questo aspetto: in estate dovremo sempre monitorare il terreno per evitare che si asciughi completamente. L’attenzione dovrà essere maggiore se viviamo al Sud, sulle coste o se il nostro suolo è povero e trattiene poco l’acqua. In questo caso un valido aiuto ci può venire da una spessa pacciamatura a base vegetate.
L’ Euonymus alatus è uno dei diversi tipi di evonimo presenti in natura e anch’esso ha le stesse esigenze delle altre varietà. Da marzo a ottobre è opportuni annaffiare regolarmente almeno una volta alla settimana, soprattutto durante i periodi di prolungata siccità; nei mesi invernali non è necessario ma è utile annaffiare sporadicamente gli esemplari sempreverdi.
In generale questi arbusti possono sopportare senza problemi la siccità, ma si sviluppano al meglio se annaffiati regolarmente, attendendo sempre che il terreno sia ben asciutto per evitare la possibile formazione di ristagni d’acqua che risulterebbero molto pericolosi per la salute delle vostre piante.
Terreno
Le piante di evonimo crescono senza problemi in qualsiasi tipo di terreno, anche povero e molto alcalino. Per uno sviluppo ottimale è bene porre a dimora la pianta in un terriccio costituito da argilla mescolata con una parte di terriccio di foglie ed una parte di sabbia o altro materiale incoerente. Questo mix aiuta a favorire il drenaggio del terreno, facilita la crescita delle radici e garantisce alla pianta tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno.
La fusaggine è tollerante per quanto riguarda il substrato. Cresce discretamente in una grande varietà di terreni a condizione che non siano troppo secchi o troppo poveri. La crescita ideale si avrà in un suolo neutro o subalcalino, quindi calcareo o leggermente argilloso, e con una buona dotazione dei materia organica. Deve inoltre essere in grado di mantenersi sempre fresco, specialmente in estate, ma essere dotato anche di un buon drenaggio per evitare l’insorgere di problemi alle radici.
Moltiplicazione
La moltiplicazione di questi arbusti in genere avviene per seme, in autunno, oppure per talea in agosto-settembre, utilizzando delle porzioni di ramo semilegnose da mettere a dimora in vaso per aumentare la possibilità di attecchimento.
Entrambi si possono moltiplicare per seme o tramite talea. Chiaramente solo l’ultimo metodo permette di conservare le caratteristiche specifiche delle cultivar.
La semina richiede stratificazione invernale di almeno 3 mesi: quando la prima radichetta sarà emessa potremo spostare in composta definitiva, in vasetti singoli.
La talea richiede periodi diversi a seconda della specie.
Per le caduche si procede con rami agostati, per le sempreverdi con rami semilignificati (a luglio): si pongono in una composta molto leggera mantenendo sempre umido e con temperature non troppo basse, anche inverno. In primavera potremo spostare in vasetti singoli.
Clima
Le esigenze climatiche sono molto differenti tra le varie tipologie. Le specie a foglia caduca, come l’E. europaeus, sono molto rustiche e crescono bene in tutto il Nord della nostra penisola e altrove, in collina o montagna. Evitiamo invece di inserirlo nelle regioni centro-meridionali e sulle coste in quanto patisce particolarmente il caldo.
Al contrario le specie sempreverdi sono molto più tolleranti per quanto riguarda le alte temperature, ma non tutte sono perfettamente rustiche (per alcune è bene non scendere mai sotto i -6°C). In caso di incertezza predisponiamo prima dell’inverno una spessa pacciamatura e, se coltiviamo in vaso, avvolgiamolo con materiali coibentanti.
Quando trapiantare l’evonimo?
Il periodo migliore per l’impianto di arbusti e alberi è sempre l’autunno; potremo acquistare esemplari a radice nuda, più economici, che avranno tutta la stagione fredda per affrancarsi nella nuova collocazione. All’arrivo del bel tempo la ripresa vegetativa sarà senz’altro più precoce e vigorosa.
Lavoriamo di preferenza da marzo in avanti solo se il nostro evonimo non è particolarmente rustico e viviamo in regioni dove gela frequentemente. In questo caso optiamo per piante con zolla di terra.
Come piantare l’evonimo?
Scaviamo una buca larga e profondo almeno 50 cm. Sul fondo creiamo uno strato drenante con della ghiaia o del lapillo vulcanico. In ogni caso, ma soprattutto se il terreno risultasse troppo povero, mescoliamolo con abbondante stallatico stagionato e, se ne disponiamo, un po’ di terra di campo argillosa. Copriamo e compattiamo bene; irrighiamo abbondantemente.
Molto importante è lasciare sufficiente spazio per crescere alla pianta: un esemplare isolato richiede almeno 2 metri liberi in ogni direzione. Se vogliamo creare una siepe lasciamo tra un buco e l’altro da 80 a 150 cm a seconda delle dimensioni definitive che raggiungerà la specifica cultivar.
Composizione del vaso
Le cultivar di piccole dimensioni possono essere coltivate anche in contenitore come esemplari isolati o per creare delle barriere verdi su terrazzi o aree pavimentate. Scegliamo vasi profondi e larghi almeno 40 cm; sul fondo creiamo uno strato drenante con argilla espansa. La composta ideale si ottiene mescolando in parti uguali terra di campo, terriccio universale e sabbia grossolana.
Concimazione
L’apporto di nutrienti non è strettamente necessario, ma un arricchimento dell’area è sempre utile: permette di mantenere vitale e aerato il suolo. Il consiglio è quindi di spargere in autunno una buona dose di stallatico sfarinato al piede della pianta.
Potatura evonimo
Si sconsiglia la potatura di formazione per le varietà a foglia caduca: inseriamole sempre dove possano crescere liberamente e assumere la loro naturale forma. Se vogliamo che si riempia la parte bassa eseguiamo il primi anni tagli drastici. Utile è inoltre cimare regolarmente le branche laterale per ottenere una chioma fitta. Oltre a ciò si consiglia di potare ogni 5 anni eliminando circa 1/3 dei rami più vecchi e cercando di aprire il centro.
I sempreverdi, disponendo del giusto spazio, possono anch’essi essere coltivati in forma libera. Si può però utilizzarli per creare delle siepi e nell’arte topiaria. Interveniamo in generale ad aprile e agosto, ma ogni periodo è giusto per mantenere la forma.
Per ottenere velocemente un aspetto pieno è importante tagliare subito dopo l’impianto e essere molto assidui.
Anche in questo caso ogni 5 anni si eseguirà una potatura di rinnovamento come quella descritta sopra.
Evonimo – Euonymus: Parassiti e malattie
La gran parte delle specie di evonimo tende ad essere massicciamente colpita dai parassiti, è quindi bene fare molta attenzione ed intervenire non appena si notassero i primi sintomi. Il nemico maggiore degli evonimi è la cocciniglia, che provoca danni anche molto gravi; queste piante possono venire colpite anche da tripidi, larve minatrici, acari e afidi.
In linea generale le specie caduche sono più resistenti di quelle a foglia persistente. Possono venire colpiti da parassiti (come gli afidi), ma raramente deperiscono. Bisogna temere solo la “ragna del melo”, una farfallina le cui larve mangiano le foglie fino a denudare completamente l’albero. Corriamo ai ripari distribuendo Bacillus Thuringiensis.
Gli evonimi persistenti vengono colpiti anche da cocciniglia, oziorrinco e da affezioni crittogamiche, da curare tutti con prodotti specifici.
Informazioni aggiuntive
Varietà | Aurea, Benkomasaki, Luna, Emerald Gold, Bravo, Livornese |
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Vaso | 13, 16, 17, 20, 24 |
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