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Il Cotoneaster
Il Cotonastro è una varietà originaria della Cina e dell’Himalaya.Il genere conta specie di arbusti a foglie decidue o sempreverdi, a portamento variabile, eretto o prostrato. Le specie decidue in autunno si ricoprono di colori vivaci, le sempreverdi sono adatte a formare siepi e quelle prostrate per coprire il terreno.
I cotoneaster sono un genere, della famiglia delle Rosaceae, comprendente più di 200 specie principalmente di arbusti (ma anche alcuni alberi) provenienti da tutto il continente europeo fino all’estremo oriente.
Le varietà utilizzate in giardino sono quasi tutte di origine asiatica e, negli anni, sono state selezionate creando moltissime cultivar che risultano ognuna caratterizzata da portamenti, usi e estetiche differenti al punto che è difficile non trovarne una che risponda alle nostre esigenze e al nostro gusto.
Le foglie
Essendo una specie che conta numerosissime varietà, al suo interno è possibile trovare esemplari con caratteristiche anche molto diverse tra loro.
In genere le foglie sono piccole e di colore verde brillante, che diventano rossastre in autunno.
Tuttavia nella grande moltitudine di tipologie che esistono all’interno della specie, è possibile trovare differenze nella caducità del fogliame, distinguendo così almeno tre gruppi; uno con foglie decidue, uno con piante che presentano fogliame persistente ed, infine, quello con piante semi-sempreverdi.
La scelta del cotoneaster
Se decidiamo di inserire questo arbusto nel nostro spazio verde dovremo, prima di tutto, interrogarci su cosa vogliamo e quale funzione dovrà assolvere.
Prima di tutto è bene precisare che il clima dove viviamo è una discriminante importante. Infatti vi sono cotoneaster che nelle regioni calde possono risultare sempreverdi, mentre altrove perderanno le foglie.
Altri invece saranno decidui o sempreverdi ovunque.
Un’altra discriminante da tenere presente è senza dubbio il portamento, quindi l’uso che dobbiamo farne e anche le dimensioni finali che potrà raggiungere.
Infine vi è una variabile puramente estetica che riguarda il colore e forma dei frutti e dei fiori: ormai si possono trovare cultivar davvero varie, con bacche rosse, arancioni o anche nere.
Coltivazione
La coltivazione dei cotoneaster è tra le più semplici in assoluto. Si tratta di piante molto resistenti che necessitano di cure soltanto sporadiche e anche gli attacchi da parte di parassiti o crittogame risultano essere eccezioni.
I fiori
Il Cotonastro presenta una fioritura con fiori a stella, bianchi o rosa. In estate i fiori danno frutti ovoidali di colore rosso.
Esposizione
La posizione ideale per il cotoneaster è senza dubbio il pieno sole. Il Cotonastro tollera però piuttosto bene anche la mezz’ombra.
È invece da evitare l’ombra completa. Questa infatti causa una crescita filata e poco armonica oltre ad influire pesantemente sia sulla fioritura sia sulla conseguente produzione di bacche decorative. L’arbusto, quindi, perderebbe una delle sue attrattive principali.
Temperatura
Il cotonastro resiste al freddo e agli sbalzi termici.
Annaffiature
Non sopporta la siccità, Il terreno deve essere continuamente innaffiato fino alla fine del periodo caldo. Intervenire con irrigazioni è necessario soltanto durante il primo anno dall’impianto. In seguito le piante risulteranno sempre più autonome.
Per incentivare la crescita, la fioritura e la fruttificazione possiamo distribuire, all’inizio della primavera, una buona quantità di fertilizzante granulare a lenta cessione, possibilmente con un buon tenore in fosforo e potassio.
Fertilizzazione
In primavera e in estate, è necessaria una pacciamatura formata da uno strato di circa otto centimetri di terra da giardino, letame o torba bagnata.
Riproduzione
In autunno il cotonastro si moltiplica con i semi tratti dalle bacche mature, seminandoli in cassone freddo. I semi germinano dopo sei-dodici mesi e quindi si trapiantano.
Terreno
Cresce bene nei terreni argillosi e ben drenati, senza ristagni.
Parassiti e malattie
In estate il fusto e le foglie possono essere attaccate dagli afidi e dalle cocciniglie, che rendono le piante fuligginose e appiccicaticce. Il mal del piombo attacca le foglie che diventano grigio argento e i rami che si seccano.
Come abbiamo già detto si tratta di un arbusto molto resistente. Può occasionalmente venire colpito da insetti o crittogame, ma raramente si rende necessario un intervento con fitofarmaci.
Bisogna invece prestare particolare attenzione nel caso si manifestasse il “colpo di fuoco batterico”, una batteriosi che colpisce in maniera particolare tutte le piante facenti parte della famiglia delle rosaceae. È molto diffusa nell’Italia Centro-Orientale.
È molto importante monitorare con attenzione le piante (e acquistarle soltanto in vivai specializzati), in particolar modo le foglie e i fiori che, quando negli esemplari contagiati, deperiscono velocemente.
Purtroppo è una malattia contro la quale non vi sono rimedi se non quello di arginare e distruggere i focolai. Tenere sempre sotto controllo il giardino è quindi di fondamentale importanza.
Potatura
Nelle specie a foglia caduca si effettua a fine inverno. Nelle sempreverdi all’inizio della primavera.
I cotoneaster utilizzati come coprisuolo devono essere potati soltanto per rimuovere il legno morto o danneggiato. Si può intervenire eventualmente anche per garantire la simmetria, ma sempre con grande accortezza.
Gli arbusti di stazza piccola possono essere ripuliti dai rami più vecchi, all’inizio della primavera, per incoraggiare la nascita di nuovi.
Se la taglia è invece media o grande l’ideale è intervenire il meno possibile lasciando che la pianta assuma il suo naturale portamento a fontana. Questa è sicuramente la miglior scelta, specialmente se il cotoneaster è coltivato in purezza creando una siepe.
Se si rendesse indispensabile intervenire ricordiamoci sempre che bisogna cercare di mantenere il più possibile la forma spontanea, senza forzarli a diventare arbusti formali. Questi interventi vanno ad ogni modo effettuati prima di febbraio in maniera da influire il meno possibile sulla fioritura e di conseguenza sulla produzione di frutti.
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