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Clementino

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Caratteristiche

Il clementino è un agrume che fa parte della famiglia delle Rutacee, al genere Citrus ed alla specie da cui prende il nome, ovvero clementina.Al giorno d’oggi, il clementino rappresenta il mandarancio maggiormente diffuso in tutto il mondo, dal momento che si caratterizza per essere un ibrido che si ottiene grazie all’incrocio tra il mandarino e l’arancio amaro.

Il clementino è, in poche parole, un albero dalle ridotte dimensioni, che può contare su un’ottima vigoria (molto di più in confronto al mandarino), con una chioma che si caratterizza per essere particolarmente espansa e dalla forma tondeggiante.

I rami di questo piccolo albero sono, nella maggior parte dei casi, caratterizzati dalla presenza di diverse spine, mentre le radici si sviluppano in profondità e sono fittonanti.

Le foglie dell’albero di clementino si caratterizzano per essere sempreverdi, avere una forma lanceolata, una colorazione verde e dei piccioli che presentano delle ali dalle ridotte dimensioni.

Per quanto riguarda la fioritura del clementino, dobbiamo sottolineare come avvenga sempre in modo piuttosto abbondante, mentre la messa a frutto si verifica in modo tardivo.

L’impollinazione è entomofila, dal momento che di tale operazione si occupano le api e tanti altri insetti pronubi.

Il frutto prende il nome di clementina e si caratterizza per essere una bacca dalle ridotte dimensioni a piccola pezzatura e prende il nome anche di esperidio. Questo frutto si caratterizza per avere una forma decisamente rotonda, con una buccia particolarmente liscia (mentre in alcuni casi è rugosa), piuttosto sottile, che si può staccare con grande facilità dall’endocarpo e che presenta una caratteristica colorazione arancione.

L’endocarpo si suddivide in un buon numero di spicchi che sono delimitati da delle sottili pareti membranose in cui si trova la polpa succosa, piuttosto dolce, dalla colorazione arancione intenso e profumato.

I semi, nel caso in cui siano presenti, presentano delle dimensioni piuttosto ridotte e sono appuntiti ad un’estremità.

Clima e terreno

Il clementino, alla stregua di tutti gli altri agrumi, è un agrume che predilige lo sviluppo in tutte quelle zone che si caratterizzano per avere un clima temperato caldi, mentre l’ambiente ideale è rappresentato dal bacino del Mediterraneo.

Il clementino presenta una resistenza al freddo molto superiore in confronto al mandarino, anche se bisogna sottolineare come presenti su una fioritura e una fruttificazione piuttosto lenta e irregolare, dal momento che soffre e dipende molto dal verificarsi di sbalzi termici.

Le temperature che rimangono sotto lo zero possono rappresentare un serio pericolo per la pianta, visto che possono danneggiare il clementino. Questo agrume, infatti, si caratterizza per vegetare senza particolari problemi con dei valori termici inclusi tra 13 e 30 gradi centigradi , mentre anche nel momento in cui le temperature vanno oltre i 40 gradi centigradi, si possono verificare diverse complicazioni.

L’albero del clementino si caratterizza per prediligere tutte quelle zone in cui può svilupparsi in pieno sole, a patto che però sia posizionato in modo da non soffrire il vento, che può essere un elemento molto pericoloso, sopratutto perché può avere come conseguenza quella di rompere i rami e disseccare le foglie dei germogli più giovani.

Nel caso in cui l’ambiente sia troppo esposto ai forti venti, allora il suggerimento è quello di realizzare delle barriere frangivento.

Il clementino è un albero che, per un corretto sviluppo, preferisce i terreni sciolti, con un impasto medio, particolarmente profondi, fertili e con un ottimo drenaggio, che presentano un pH che si avvicina alla neutralità e con un buon quantitativo di sostanza organica, in maniera tale da poter garantire che il terreno sia ottimamente areato.

Il clementino è un albero, invece, che non riesce a svilupparsi molto bene sui terreni compatti, ma anche su quelli con un livello troppo alto di calcare e di sale.

I primi ibridi di clementino sono stati realizzati in Algeria nei primi anni del 1900: al giorno d’oggi, la coltivazione di questo agrume avviene, in modo particolare, in Tunisia, Algeria, Spagna, Italia e negli Usa.

Moltiplicazione

La moltiplicazione del clementino si caratterizza per verificarsi sopratutto con il sistema dell’innesto: infatti, i portainnesti che vengono maggiormente utilizzati sono rappresentati dal franco, dall’arancio amaro, dal citrange e dal mandarino Cleopatra.

L’arancio amaro è in grado di adattarsi alla perfezione ad un gran numero di tipologie di terreno, mentre non riesce a svilupparsi ottimamente su dei terreni compatti; inoltre, riesce ad imprimere un vigore medio ed una buona longevità degli alberi.

L’arancio amaro ha la particolare caratteristica di presentare un’ottima resistenza nei confronti delle basse temperature ed è in grado di tollerare un buon numero di parassiti, come ad esempio la gommosi del colletto e riesce a sopportare molto bene anche i marciumi radicali.

Tra le principali debolezze dell’arancio amaro troviamo, invece, il fatto che è particolarmente sensibile al mal secco ed al virus della tristezza.

Il citrange è un portainnesti che si caratterizza per sviluppare delle radici particolarmente profonde, mentre non sopporta i terreni eccessivamente compatti; inoltre, nella maggior parte dei casi, viene utilizzato nel reimpianto degli agrumeti dal momento che può vantare un’ottima resistenza nei confronti dei nematodi. Tra le altre caratteristiche del citrange troviamo, senza ombra di dubbio, il fatto che garantisce alla pianta una vigoria media, ma anche un buon livello di produttività e, al tempo stesso, una buona qualità dei frutti.

Infine, un altro portainnesti corrisponde al mandarino Cleopatra, anche se viene impiegato, nella maggior parte dei casi, in Spagna e negli Usa e, tra le sue principali caratteristiche, troviamo il fatto di poter contare su un ottimo livello di resistenza nei confronti del freddo e dei climi invernali.

Tecniche di coltivazione

I sesti di impianto si caratterizzano per avere delle dimensioni pari a 5-6 centimetri X 4-5 centimetri, mentre la densità va da circa 300 a 500 piante/ha.

La tecnica di allevamento che viene maggiormente impiegata è, senza ombra di dubbio, quella del globo a chioma piena, con le branche che vengono integrate sul fusto ad un’altezza da terra pari a circa 40-50 centimetri.

Si tratta di un metodo che è in grado di rendere più facili le cure colturali, come ad esempio le attività di potatura e di raccolta, ma permette anche di garantire un’adeguata protezione della pianta nei confronti dell’insolazione e dei forti venti.

Questo metodo permette anche di fronteggiare lo sviluppo delle erbe infestanti che si formano nei pressi dell’albero per merito dell’ombreggiamento e garantisce anche una veloce messa in produzione dal momento che ha bisogno di un numero limitato di operazioni di potatura durante la fase di allevamento.

Le attività di potatura, che vengono eseguite manualmente e una volta all’anno precedentemente e in seguito alla raccolta, vengono praticati con l’obiettivo di diradare i succhioni, ma anche tutti quei rami secchi o deperiti, oppure con l’obiettivo di provvedere allo sfoltimento delle branchette che si trovano nella pianta, in maniera tale da non consentire l’affastellamento dei rami, garantendo che aria e raggi del sole possano passare senza problemi.

La concimazione è un’operazione che deve essere eseguita nel corso della stagione invernale, sfruttando componenti del calibro di fosforo e potassio, mentre nella ripresa vegetativa si utilizza l’azoto.

Nel caso in cui ci sia da curare l’assenza di microelementi, è meglio puntare sulla concimazione fogliare.

Nel corso della stagione estiva, invece, è necessario sopperire alla mancanza di precipitazioni con delle costanti irrigazioni, specialmente con il sistema a goccia.

 

Clementino: Parassiti e raccolta

Tra i principali pericoli per il clementino troviamo, senza ombra di dubbio, i parassiti: i funghi sono certamente quelli in grado di apportare il maggior numero di danni alla pianta, in particolar modo i marciumi radicali e il colletto.

Tra gli insetti, tra coloro i quali sono in grado di rappresentare una minaccia più grande per il clementino, troviamo sicuramente la mosca della frutta, rispetto alla quale è necessario prestare la massima attenzione e cura.

Spostando la nostra attenzione sulla raccolta, invece, si tratta di un’operazione che viene eseguita in via manuale e solamente una volta all’anno, nel periodo compreso tra gli ultimi giorni di ottobre e il mese di gennaio.

Dal momento che le clementine non giungono a maturazione in seguito alla raccolta, è importante che vengano raccolte nel momento più corretto dello stadio di maturità.

Gli indici di maturazione che vengono maggiormente applicati per stabilire il periodo più adatto per raccogliere i frutti del clementino, sono rappresentati dalla colorazione della buccia e della polpa , ma anche dal contenuto in succo (40%). Tra gli altri indici di maturazione, troviamo anche il contenuto di zuccheri ed acidi e il rapporto che intercorre tra solidi solubili ed acidi.

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