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La coltivazione delle CIME DI RAPA
Le cime di rapa sono conosciute con diversi nomi. Tra quelli più comuni:
- friarielli
- broccoletti
- broccoli di rapa
- broccoli friarielli
- rapini.
La pianta delle cime di rapa, talvolta conosciute come broccoli di rapa, fa parte delle famiglie delle crucifere o brassicacee, la stessa di cavoli e broccoletti, raggiunge un’altezza di mezzo metro con foglie verde chiaro e fiori a grappolo di colore giallo.
Varietà
Di cime di rapa ne esistono diverse varietà, tutte strettamente legate al territorio di coltivazione. Nelle regioni meridionali, in particolare, basta spostarsi di poco da un posto all’altro per trovare una varietà autoctona. Molte sono conosciute sono le rape pugliesi, ad esempio la rapa grossa di Fasano, la rapa leccese, le rape murgesi.
In Campania è molto nota la varietà di rapa friariello napoletano. In Calabria, invece, è molto conosciuta e apprezzata la rapa bisignanese.
A seconda della varietà, avremo diverse caratteristiche delle piante. Alcune saranno ricche di foglie con una grossa infiorescenza al centro, come la rapa leccese della foto in alto. Questa, una volta tagliata, produrrà molti ricacci laterali. Altre varietà si caratterizzano al contrario per produrre molte cime con poche foglie, come il friariello napoletano della foto in basso.
Altra classificazione delle cime di rapa, più di tipo commerciale ma fondamentale per chi si appresta per le prime volte alla coltivazione, è quella che tiene conto del tempo di fioritura.
Avremo quindi cime di rapa precoci più adatte alla coltivazione in zone dove l’inverno è più freddo o per semine ritardate. Varietà medio tardive, per la coltivazione nelle zone con un clima più mite. Varietà primaverili con maturazione tardiva dopo il riposo invernale.
Si hanno:
- la rapa quarantina
- la rapa sessantina
- la rapa novantina
- la rapa centoventina
- la rapa marzatica o aprilatica.
Varietà denominate, quindi, in base ai giorni necessari dalla germogliazione del seme alla fioritura. Superata questa germogliazione il fiore si apre, diventa giallo e non è più utile per l’alimentazione.
In questo modo potremo programmare la nostra coltivazione in base al periodo di semina e al clima della nostra regione di appartenenza.
Clima:
Non resistono molto al freddo, pur essendo un ortaggio a coltivazione invernale. Le gelate possono danneggiare la pianta e per questo motivo al nord occorre scegliere varietà precoci, che vadano in raccolta prima dei mesi più freddi. Per germinare il seme ha bisogno di caldo (temperatura ideale 25 gradi), questo non è un problema visto che si mette in campo alla fine dell’estate.
Terreno:
Ortaggio senza grandi pretese in materia di terreno, il broccolo di rapa non necessita interventi di concimazione importanti. Come molte verdure a foglia non vuole eccessi di azoto, che provocherebbero l’accumulo di nitrati nocivi. Essendo una pianta autunnale richiede un terreno preparato con solerti vangature, in modo che sia ben drenante e che la coltivazione non venga infastidita dalle piogge stagionali.
Il terreno ideale per questa pianta deve essere ben lavorato e risultare sciolto e ben arieggiato. Inoltre dovrà essere sistemato in modo da evitare i ristagni idrici, che possono essere dannosi per le cime di rapa, in quanto provocano ingiallimento fogliare.
La rotazione colturale ha anche implicazioni sulla concimazione. La cultivar della rapa, difatti, non ha bisogno di concimazioni organiche fresche, anzi le sono dannose. Un’eccessiva concimazione azotata può generare l’accumulo di nitrati, in particolare nello stelo e nelle foglie, sostanze dannose per la salute. Utilizzare quindi un terreno letamato in primavera, dove sono stati coltivati pomodori o zucchine, può ovviare a questo problema.
Semina:
Questo ortaggio si semina a partire dai primi di luglio per un mese (nord Italia), al sud il periodo di coltivazione è decisamente più lungo, fino ai primi di ottobre. Si può mettere i semini in vasetti oppure direttamente a dimora nell’orto, i semi sono molto piccoli e tondi, spesso ne cade più di uno, basta poi diradare le piantine in eccesso.
Se si semina in contenitori bisogna poi trapiantare le cime di rapa in pane di terra, generalmente si fa questa operazione a un mese dalla semina. Dopo aver trapiantato le piantine bisogna irrigare, continuando a bagnare anche nei giorni successivi.
La distanza da tenere tra le piante è di circa 25 cm, mentre tra le file si tiene in genere mezzo metro, sufficiente a garantire un passaggio. Questo sesto d’impianto si può ottenere sia con una semina diretta, poi diradata, sia con un trapianto.
Richiedono irrigazione, soprattutto se il terreno resta arido e secco. Le cime di rapa si possono pacciamare con paglia o con teli, se non lo si fa occorre tenere diserbato le infestanti, in caso di piogge autunnali forti consigliamo anche di zappettare il terreno, andando a evitare che si formi una crosta più dura in superficie. A livello di avversità le cime di rapa non hanno molti nemici, per cui generalmente non servono trattamenti con antiparassitari o altro.
Raccolta:
Il ciclo colturale delle cime di rapa va dai due ai sei mesi, a seconda se si seminano varietà precoci o tardive, per motivi climatici le varietà tardive vanno coltivate esclusivamente al sud o comunque dove la temperatura è mite. L’infiorescenza si raccoglie a fiori ancora chiusi, questo è il momento di maggior qualità del prodotto, quando la verdura è più gustosa. Se si selezionano le infiorescenze più giovani si hanno i friarielli, verdura molto di moda in piatti meridionali davvero buoni e raffinati. Una volta tagliata l’infiorescenza la pianta riesce ancora a dar vita a getti minori, bisogna però tagliare a una spanna di altezza e non sotto. Le cime di rapa o i friarielli non durano a lungo, si cucinano in diversi modi.
Avversità:
Le cime di rapa sono una cultivar molto resistente. Questa caratteristica la riscontriamo anche parlando degli attacchi di parassiti, insetti o funghi che siano. Per quanto riguarda gli insetti, quelli pericolosi per la cultivar sono pochi.
Il broccolo di rapa teme anzitutto le lumache.
C’è però un altro insetto più pericoloso delle lumache: la cavolaia. Nota anche come cavolaia minore o rapaiola, la Pieris rapae è un lepidottero appartenente alla famiglia Pieridae. Il lepidottero danneggia le nostre cime di rapa quando è nel suo stato larvale. In questa stadio, infatti, le larve si nutrono di foglie.
Per quanto riguarda le altre malattie, è immune da malattie crittogamiche, soffre soltanto l’eccessivo ristagno idrico. Questo perché, come accennato prima, porta ad ingiallimento la parte inferiore della pianta.
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