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Alocasia
Origini e habitat Alocasia
L’alocasia è una bella pianta adatta alla coltivazione in interno o in serra riscaldata. È molto apprezzata per la sua vigoria e per l’aspetto “esotico” che è in grado donare alla nostra abitazione.
Il genere Alocasia, appartenente alla famiglia delle Araceae, è originario dell’Asia orientale; comprende all’incirca 70 specie di erbacee sempreverdi. Crescono per lo più nelle foreste pluviali tropicali e subtropicali: necessitano quindi di un clima mite, senza grandi sbalzi di temperatura tra l’estate e l’inverno. Vivendo ai piedi della foresta richiedono esposizioni luminose, ma senza sole diretto e una forte umidità ambientale.
Tutti questi aspetti (soprattutto l’alto tasso di umidità) sono difficilmente riproducibili nelle nostre abitazioni e la pianta tende purtroppo ad avere vita breve. L’ideale sarebbe crescerla in una serra o veranda costantemente riscaldata e umidificata (come quelle per le orchidee), con altre piante dello stesso tipo.
Esposizione
In appartamento è consigliabile coltivare le piante di Alocasia macrorrhiza in luogo luminoso, ma semiombreggiato; la temperatura ottimale dovrebbe mantenersi intorno ai 20-25 gradi per tutto l’anno. A volte in inverno, se in casa la temperatura è troppo bassa, le piante di orecchie di elefante perdono completamente le foglie, che ricrescono in primavera ed i rizomi tendono ad entrare in un periodo di riposo vegetativo. Evitare di esporre gli esemplari di Alocasia macrorrhiza a correnti d’aria troppo forti, che potrebbero bruciare le foglie.
Alcune varietà di orecchie di elefante sopportano abbastanza bene il freddo, ma temono il gelo, si possono quindi coltivare in giardino, a patto di riporre i rizomi in luogo temperato durante i mesi freddi. Se si decide di coltivare queste piante in giardino possono essere poste anche in luogo raggiunto dalla luce del sole, ma non per periodi di tempo eccessivamente prolungati.
Questa pianta necessita esposizioni estremamente luminose, ma senza sole diretto.
All’interno è bene porla vicino ad una finestra esposta a Sud (e schermata con una tenda leggera durante l’estate). Nella bella stagione, all’esterno, è bene porla sotto alle latifoglie, con una luce leggermente filtrata.
Annaffiature Alocasia
Devono essere molto abbondanti, è bene mantenere il terreno sempre umido; è consigliabile vaporizzare spesso le foglie con acqua distillata, soprattutto nel periodo estivo, quando le giornate sono più calde, e nel periodo invernale se la casa è molto riscaldata. Da marzo ad ottobre aggiungere concime all’acqua delle annaffiature ogni 10-15 giorni, con l’arrivo del freddo diradare la somministrazione a una volta al mese. Durante i mesi invernali, soprattutto per quanto riguarda gli esemplari che hanno perso il fogliame, evitiamo di annaffiare eccessivamente, inumidendo il terreno solo quando è molto ben asciutto. Per quanto riguarda gli esemplari coltivati all’aperto, durante i mesi freddi i rizomi vengono estratti dal terreno, e si conservano in luogo asciutto, fresco e buio fino alla primavera successiva.
L’alocasia vuole sempre terriccio leggermente umido: è importantissimo evitare che il pane di terra si asciughi completamente, pena gravi danni. Le irrigazioni dovranno essere abbondanti e costanti, soprattutto durante la bella stagione e se manteniamo le temperature alte nel nostro appartamento. I risultati migliori si ottengono con acqua piovana o demineralizzata, a circa 25°C.
Durante l’inverno, se incoraggiamo un periodo di riposo vegetativo con basse temperature e luce moderata, possiamo ridurre un poco gli interventi, ma monitorando sempre attentamente la salute generale della pianta.
Terreno Alocasia
I rizomi delle Alocasie producono molte fragili radici, che necessitano di un terreno sciolto per potersi sviluppare, è quindi opportuno utilizzare del terriccio universale miscelato con torba, foglie e sfagno, che garantiscono un terreno soffice e leggero.
Il substrato deve essere ricco, ma ben drenato, a pH subacido. Possiamo impiegare un prodotto studiato per piante verdi, ma l’ideale è produrlo noi stessi. Un buon mix si ottiene con un 30% di terra di foglie, 20% di stallatico o compost ben decomposti, 10% di perlite, 20% di sabbia e 20% di terra da giardino argillosa. In questa maniera riusciremo a mantenere sempre fresche le radici, ma, allo stesso tempo, eviteremo pericolosi ristagni idrici.
Moltiplicazione
La moltiplicazione di queste piante avviene in autunno per divisione dei rizomi, che solitamente producono germogli durante tutta la stagione vegetativa. Le nuove piantine vanno tenute in un luogo caldo e umido fino alla primavera successiva, quando si possono rinvasare in un vaso di dimensioni abbastanza grandi, in genere si utilizzano contenitori di dimensioni superiori ai 30-35 cm di diametro.
Divisione
Durante il rinvaso separiamo i getti giovani che si sono formati ai lati, mantenendo un pezzo di rizoma. Invasiamolo subito, evitando di inserirlo troppo in profondità.
Talea di rizoma
Durante il rinvaso tagliamo, con un coltello pulito e ben affilato, dei segmenti di rizoma badando che ognuno abbia almeno una gemma. Poniamoli orizzontalmente (senza interrarli) su di un terriccio che trattenga bene l’umidità. Compriamo con della plastica trasparente, in maniera che l’umidità si mantenga alta. L’ideale è porre il tutto ad una temperatura costante di 25°C. Dopo che i getti si saranno sviluppati potremo invasarli singolarmente.
Parassiti e malattie
Le carenze nutrizionali causano un rapido ingiallimento delle foglie, che spesso vengono anche attaccate da afidi e cocciniglia. E’ possibile intervenire manualmente per eliminare le cocciniglie con l’impiego di un batuffolo di cotone con alcool, oppure ricorrere ad appositi prodotti insetticidi.
I parassiti più comuni sono le cocciniglie cotonose che attaccano gli esemplari già debilitati (specialmente da temperature invernali troppo basse). Combattiamole con prodotti specifici quali olio bianco e insetticidi endoterapici.
Bassa umidità ambientale può causare l’arrivo del ragnetto rosso: vaporizzazioni frequenti riescono spesso a ridurne l’impatto. Diversamente ricorriamo a acaricidi specifici.
Caratteristiche generali Alocasia
Le alocasia, dette volgarmente “orecchie di elefante”, sono formate da steli eretti che terminano in foglie grandi e spesse, rivolte verso l’esterno, di forma ovale o sagittata. In alcune specie e cultivar risultano ancora più appariscenti grazie alle nervature in evidenza, con colorazioni a contrasto. Possiamo trovarle in molteplici sfumature: dal verde chiaro al verde scuro, nero o argento. Ancora più apprezzabili sono quelle che hanno il retro di un bel porpora.
Se coltivate in condizioni ideali riescono anche a fiorire, producendo una bella spata verde chiaro.
Nel suo ambiente naturale può crescere anche fino a 5 metri di altezza: in vaso nella migliore delle ipotesi si ferma a 2 metri.
Clima Alocasia
Come abbiamo detto è una pianta originaria delle foreste pluviali: perché viva bene dobbiamo riprodurre al massimo quelle condizioni. L’ideale è che le temperature vadano sempre tra i 20 e i 35°C: ricordiamoci però che più l’ambiente sarà caldo e più dovrà essere alto il tasso di umidità.
I risultati migliori si ottengono nelle serre temperate, costantemente riscaldate e umidificate, oppure nelle verande ben esposte.
In appartamento la pianta si adatta a vivere anche in un range di temperature tra i 15 e i 25°C. Ricordiamoci sempre però che l’alocasia teme il freddo, che può provocare gravi danni (quali la cascola completa delle foglie). Questo problema può essere causato anche da correnti di aria fredda. La temperatura minima consigliata è 10°C, ma la pianta può sopportare anche 0°C, perdendo tuttavia l’intero apparato vegetativo (mentre i rizomi si manterranno vitali).
Umidità ambientale
L’alocasia pretende un’atmosfera molto umida, pena il disseccamento e la perdita delle foglie. In casa possiamo venirle incontro vaporizzandola più volte al giorno con acqua demineralizzata. Di aiuto possono anche essere gli umidificatori elettrici o da porre sui termosifoni. Trae beneficio anche dai sottovasi pieni di acqua e argilla espansa. Un ambiente adatto si riesce ad ottenere, spesso, tenendo vicine un gran numero di piante.
Tutti questi trucchi possono essere applicati anche per la coltivazione in serra o in veranda, oltre che durante l’estate, quando gli esemplari possono essere spostati all’esterno.
Coltivare Alocasia in giardino
L’alocasia può essere spostata all’esterno durante la bella stagione, quando le temperature minime non scendano sotto i 15°C.
Ideale è posizionarla vicino ad altre piante (gunnera, rodersi, darmera, calle, arum), in maniera che sia garantita un’alta umidità. Bello è inserirla nei pressi di specchi d’acqua, con essenze da palude. In questa prospettiva è possibile metterla anche in piena terra, impiegandola come una annuale o pluriennale (se viviamo nelle regioni meridionali, dove non gela mai, e approntiamo una spessa pacciamatura invernale).
Rinvaso Alocasia
Si consiglia di rinvasare l’alocasia appena acquistata: in genere infatti vengono collocate in vasi molto piccoli, con substrati troppo torbosi e le irrigazioni, spesso, non vengono adeguatamente curate. Per le piante già in nostro possesso procediamo preferibilmente in aprile, ogni due anni, quando le radici fuoriescono dai fori di scolo.
Scegliamo un vaso di grandi dimensioni e predisponiamo uno spesso strato drenante. Inseriamo la pianta (cercando di disturbare il meno possibile le radici) senza interrare troppo il colletto (facile ai marciumi) e riempiamo con il substrato che abbiamo preparato.
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